In bicicletta in cittàIn bici a Venezia
Cronistoria ciclabile per Venezia - 2023
Cronistoria anni 2022 - 2021

Attenzione questa è solo la cronistoria della ciclabile; per descrizioni e planimetrie fare clic sui link a destra.

Vega → Venezia
Venezia → Vega
Mestre → Venezia
Marghera → Venezia
Aeroporto → Venezia
Venezia → Mestre
Venezia → Marghera
Venezia → Aeroporto (lungo la laguna)
Venezia → Aeroporto (per via Vallenari)
Cronistoria di una ciclabile

Pagina di aggiornamenti sulla ciclabile per Venezia che, inaugurata nel settembre 2017, è stata interrotta pochi mesi dopo per la costruzione da parte delle ferrovie (RFI) nel 2018 di un muro che ha chiuso l'accesso dalla rotonda di via Torino al Vega e costretto a una brutta deviazione fino a un brutto sottopassaggio della stazione di Porto Marghera che si concludeva con una scaletta per risalire alla via Paganello. Ma al peggio non ci sono limiti e nel 2021 anche questa scaletta è stata demolita nel 2021 e i ciclisti sono costretti a portarsi la bici per una stretta scala fino al marciapiede n. 4 per poi scendere sulla via Paganello dove è in costruzione una corsia ciclabile. Finalmente un ulteriore forca caudina con la demolizione della rampa verso il Vega e un'altra rampa di scale. Peggio di così è difficile scendere, si spera che i lavori finiscano prima o poi con l'apertura del nuovo sottopassaggio che dovrebbe essere, non so in quale misura, anche ciclabile.

Chi arriva a Venezia in bici deve essere poi informato che dal 2017 il comune di Venezia proibisce l'accesso delle bici nel centro storico di Venezia anche se condotte a mano, con un discutibile provvedimento, al quale dedico una pagina a parte.


Aggiornamenti, anno 2023

Luglio 2023 Finalmente aperto al transito il cavalcavia noto come della Macroisola. Dalla rotonda di via Torino non c'è più la pista ciclabile a sinistra, fu chiusa nel 2018 e chiusa resta. Si sale invece pedalando sul margine a destra della strada, fino alla rotonda alta sul cavalcavia, dalla quale si scende su quella davanti alla Fincantieri dalla quale si può passare nella zona del Vega ritrovando la ciclabile per Venezia. Per ora il traffico è minimo e la pendenza non troppo impegnativa, quindi un'alternativa sicuramente preferibile alle scale del sottopassaggio di Porto Marghera.

A destra foto dalla parte della rotonda di via Torino. Sulla sinistra la ciclabile esistente, sbarrata all'inizio e peraltro chiusa anche alla fine da un guard-rail. Ho notato che è stata ripulita dagli arbusti, forse il segno che si intende recuperarla in qualche modo. Dalla rotonda alta si può anche scendere verso sinistra direttamente sulla SR 11 per poi tornare sulla ciclabile per Venezia. Non molto amichevole per il ciclista anche per il transito di autobus urbani su una corsia che è più stretta di quella che esisteva sull'altro lato della SR11.


Molto meno ciclabile il percorso inverso dalla rotonda Fincantieri; la strada in salita è più stretta di quella da via Torino, non c'è nemmeno una corsia sulla destra, e la pendenza inizialmente dolce si impenna in vista della rotatoria alta. Ma la cosa peggiore è il frequente transito di autobus che arrivano a sfiorare il ciclista.

Ma perché tanti autobus sul lato sud? Mi ci è voluto un po' per risolvere l'enigma. Tutto ruota intorno alla fermata dei bus che è stata spostata verso est in modo da essere più vicina al cancello d'ingresso a Fincantieri, più vicina per modo di dire, perché si deve fare una grossa U per arrivare al cancello e la differenza è di 20-30 metri. Arrivati a quel punto, per continuare verso Venezia non c'è altro modo che questo di salire e scendere le rampe del cavalcavia. Una differenza di qualche decina di metri per i lavoratori che arrivano in autobus, ma al tempo stesso problema per i tanti lavoratori che usano la bici per andare al lavoro. Insomma un pessimo progetto opera di gente che sembra considerare i ciclisti alla stregua di noiosi insetti che disturbano la sacra circolazione automobilistica


Maggio 2023 Il cavalcavia offrirebbe una valida alternativa al sottopasso, ma a differenza di quanto veniva promesso nel piano paesaggistico, che prometteva passaggi ciclopedonali, è stato realizzato secondo una rigida visione che direi di ferreo suprematismo auto-motoristico. La corsia ciclabile da via Torino è stata decapitata e ora finisce contro un guard-rail, vedi foto a lato, tanto per evitare che qualche ciclista o pedone si azzardi a imboccarla.

E siccome a pensare male si fa peccato ... viene da pensare che il ritardo dell'apertura sia dovuto proprio a questo, la paura che i ciclisti ci si riversino in massa, attentando alla sacra circolazione auto-motoristica; non ci sono corsie ciclabili ma sempre meglio, meno peggio che due rampe di scale con la bici in spalla o tenuta a mano.

Insomma questo del cavalcavia della Macroisola, è un pessimo esempio di progettazione stradale, una macchia nera per una città come Venezia che pure sarebbe, nella sua terraferma, Mestre, Marghera ecc, forse la città più ciclabile d'Italia, a livelli quasi olandesi, ma con questo obbrobrio, non so proprio se meriti un tale riconoscimento.


Aprile 2023 Il 2023 inizia con il persistere delle forche caudine della stazione di Porto Marghera sempre accessibile solo con il saliscendi su scale niente affatto ciclabili. Nel dicembre 2022 sembravano conclusi i lavori per il cavalcavia stradale, ma i mesi passano e il passaggio resta impraticabile per la cancellata verso via Torino e vari altri sbarramenti, come quello della rampa sud che sboccherebbe davanti al Vega, visibile nella foto a destra e sarebbe il naturale proseguimento della ciclabile da via Torino, come era sulla vecchia rampa nord che finiva nella discesa nel sottopasso, murata nel 2018 come ricordato sopra.


Il cavalcavia offrirebbe una valida alternativa al sottopasso, ma a differenza di quanto veniva promesso nel piano paesaggistico, che prometteva passaggi ciclopedonali, è stato realizzato secondo una rigida visione che direi di ferreo suprematismo auto-motoristico. La corsia ciclabile da via Torino è stata decapitata e ora finisce contro un guard-rail, vedi foto a lato, tanto per evitare che qualche ciclista o pedone si azzardi a imboccarla.

E siccome a pensare male si fa peccato ... viene da pensare che il ritardo dell'apertura sia dovuto proprio a questo, la paura che i ciclisti ci si riversino in massa, attentando alla sacra circolazione auto-motoristica; non ci sono corsie ciclabili ma sempre meglio, meno peggio che due rampe di scale con la bici in spalla o tenuta a mano.

Insomma questo del cavalcavia della Macroisola, è un pessimo esempio di progettazione stradale, una macchia nera per una città come Venezia che pure sarebbe, nella sua terraferma, Mestre, Marghera ecc, forse la città più ciclabile d'Italia, a livelli quasi olandesi, ma con questo obbrobrio, non so proprio se meriti un tale riconoscimento.



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Libro dei sogni

La ciclabile per Venezia è completa dalla stazione di Porto Marghera al bivio del Tronchetto. Altri progetti sarebbero utili a migliorare le connessioni ciclabili con la terraferma; ecco il mio libro dei sogni:

  1. Collegamento ciclabile tra il Vega e Marghera: ora come ora assai poco ciclabile; venendo da Venezia, dopo il Vega si può continuare lungo la ferrovia fino a un passaggio a livello su una strada lungo la Fincantieri assai poco ciclabile, senso unico, con lato sinistro occupato da auto parcheggiate e lato destro in cattive condizioni. Venendo da Marghera si deve salire il cavalcaferrovia di via del Commercio, e poi scendere lungo la SR 11 fino a trovare sulla destra una ciclabile piuttosto malmessa fino al Vega; attualmente attraversa il cantiere per la nuova rotatoria, cosa che costringe a fare qualche pezzo a piedi.
  2. Ciclabile lato sud (lato statale): ormai è stata realizzata, resta il problema del marciapiede sul ponte che è un po' troppo stretto per una ciclabile a doppio senso, cosa che risulta tanto più evidente con l'aumento del traffico di ciclisti, pedoni e podisti. Ideale sarebbe prolungare la passerella lungo tutto il ponte lasciando il vecchio marciapiede alla sua funzione originaria, ai pedoni. Un prolungamento di 170 m è stato completato nel giugno 2020. Il resto è ancora nel libro dei sogni.
  3. Ciclabile lato nord (lato ferrovia): dal parco di San Giuliano ben collegato con il centro di Mestre, un ponte ciclabile sul canale potrebbe portare sul terreno a nord della ferrovia, da dove si potrebbe imboccare una passerella sulla laguna o appesa al ponte che porti diritto alla zona universitaria di San Giobbe e alla stazione di Santa Lucia. Soluzione ottima, ma sicuramente costosa e per ora appunto solo un bel sogno.

Collegamenti e fonti

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Il "della burocrazia" è ovviamente una mia aggiunta per contestualizzare la citazione di Schiller, che è la traduzione che si trova più spesso, dall'originale tedesco: Mit (der) Dummheit kämpfen Götter selbst vergebens; letteralmente in italiano sarebbe: "Contro la stupidità, gli dei stessi combattono invano".

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Modo di dire romano per chi è costretto a fare un giro tortuoso molto più lungo del necessario.

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L'origine di questa curiosa locuzione è ignota, ma circolano bufale come questa che a prima lettura può sembrare verosimile: Peppe sarebbe nientemeno che Giuseppe Garibaldi, che nel gennaio 1878 sarebbe venuto a Roma per presenziare ai funerali di Vittorio Emanuele II, e avrebbe seguito la carrozza reale che trasportava la salma; carrozza che seguiva un itinerario lungo e tortuoso per consentire alla popolazione di vedere la carrozza e rendere l'ultimo omaggio al re, in particolare fece due volte il giro della rotonda prima di fermarsi davanti al Panteon sempre con Garibaldi al seguito.

Storiella divertente ma senza alcun fondamento; dall'archivio del Corriere della Sera, gennaio 1878 si apprende che Garibaldi inviò un telegramma di condoglianze al ministro guardasigilli Mancini, scusandosi di non poter essere presente al funerale per motivi di salute; al suo posto ci fu il figlio on. Menotti Garibaldi.

Divertente la storiella di Garibaldi che segue la carrozza reale con la salma di Vittorio Emanuele II. Temo però che non abbia alcun fondamento storico. Cercando nell'archivio del Corriere della Sera del gennaio 1878 si apprende che Garibaldi inviò al ministro guardasigilli Mancini un telegramma di condoglianze scusandosi per non poter intervenire per motivi di salute e al suo posto venne il figlio Menotti Garibaldi. Peccato, la storiella era divertente, ma come capita spesso, era una bufala, nata chissà come.